Lettera aperta dal grafico al fotografo
Lettera aperta
Caro fotografo,
so che sono tempi duri, c’è la crisi, la gente non vuole spendere soldi, si lavora sempre meno ed i fotografi sono sempre più!
Il mercato è spietato, il tuo cliente, a cui hai fatto il battesimo del figlio, il primo compleanno, la comunione, la festa dei 18 anni, le nozze di legno, di latta e di cristallo… Oggi, senza nemmeno un ciao, scopri che ti abbandona per il matrimonio del figlio, preferendoti ad un novello fotografo economico ed inesperto…
E allora ti chiedi come sia potuto accadere, come è possibile che quel tuo cliente, tanto affezionato, oggi ti ha preferito ad altri, anzi, cosa forse ancora peggiore… non ti ha nemmeno preso in considerazione… Dai la colpa alla crisi, ai prezzi a ribasso, all’abusivo, all’attrezzatura che costa troppo e, ciliegina sulla torta… al grafico che ti ha elaborato l’album.
Lui, colpevole di essere l’ultimo passaggio prima della stampa, lui che non ha saputo impaginare e valorizzare le tue foto, lui colpevole di non aver soddisfatto il cliente! Lui, che non fa altro che inserire delle foto in un template e lo ha fatto anche male…
Ebbene mio caro, ecco cosa ti dico in questa lettera aperta:
se abbiamo perso il cliente, e parlo al plurale, perché se tu hai perso il cliente l’ho perso anche io con te, di certo la colpa non è solo mia! Vuol dire che abbiamo lavorato male!
Sicuramente la crisi influisce, i prezzi al ribasso fanno schifo e anche l’uomo che vende i panzerotti si è messo a fare il fotografo, tanto… che ci vuole! Ma il problema reale è che non abbiamo lavorato bene.
Tu, dal canto tuo, stai facendo sempre le stesse fotografie da 30 anni.
Sono 30 anni che metti la bimba nella super posa “magnum” vicino il terzo lampione della villa comunale accanto al glicine in fiore… che nel frattempo è diventato un arbusto secco! Sono 30 anni che fai guardare gli sposi verso un punto lontano a destra e mi lasci l’aria a sinistra, perché poi ci devo mettere il primo piano che non ho e lo devo ricavare sgranato e fuori fuoco da una foto qualunque (ma tanto mi rispondi che la macchina fotografica fa le foto a 36 megapixel).
Sono 30 ANNI che mi fotografi gli sposi vicino quel muro dove c’è disegnato con la bomboletta spray un cuore rosso, che nel frattempo si è aggiunto un cazzo, un “ti amo patanella” ed una serie di “vaffanculo” e “whisky e pancarrè”.
Hai provato a copiare con scarsi risultati scatti ben riusciti di altri fotografi o di pose pubblicitarie… Mi hai dato 29 scatti dove gli sposi e gli amici saltano al fine di esprimere gioia e libertà… ma l’unica cosa che esprimono è la sofferenza di un salto con i tacchi ed i 32Kg in eccesso dello sposo che guarda la mutanda di fuori della cognata mentre salta con la bocca aperta e gli occhi chiusi!
Mi dai foto inclinate, perché sono artistiche e danno più dinamicità, dove l’inclinazione non centra niente ed io non so come cavolo posizionartela nell’album! Mi dai una serie di controluce improponibili perché poi vuoi l’effetto bianco e nero ad alto contrasto dove luccicano e brillano gli orecchini, i gemelli e l’anello… peccato però che non si vedono in foto e mi dai oltre 2500 scatti che poi devo scartare, ordinare, correggere ed impaginare.
Mi chiedi il fotomontaggio, il cielo blu con le nuvole a cuore, la foresta incantata, le cascate, le stelline, il riflesso nell’acqua, le farfalline e gli gnomi con il cartello “Benvenuto Luigino”… per poi scoprire che al cliente non piacciono (che cosa strana!).
Ti ostini a fare la foto allo specchio, con lo specchio sporco ed il cameraman riflesso e con tutte le foto dei parenti defunti con tanto di fiori e lumini!
Mi chiedi di rimuovere dalle foto il muro rotto, il sacchetto della spazzatura, i panni stesi, le sedie, la pompa del giardino, il tipo di passaggio, le carte a terra, i mozziconi, le prese di corrente, il filo, le ciabatte nascoste sotto il comodino ed il dinosauro gonfiabile sopra al mobile!
Se ti scrivo questa lettera aperta non è per criticarti o per denigrare il tuo lavoro, voglio semplicemente dirti che è giunto il momento di cambiare, di aggiornarsi, di guardasi attorno e vedere cosa offre il mercato e cosa cercano i clienti.
Ti sei ancorato ai 30 anni di onorata carriera, ma i tempi sono cambiati. Oggi purtroppo “sono tutti bravi a fare fotografie” ma non tutti sono bravi ad emozionare e tu, lo sai fare, ma devi farlo in modo diverso. Dai uno sguardo al lavoro del novellino che ti ha rubato il cliente… guardalo, cercalo su internet, tra le foto condivise dal tuo ex cliente.
Cosa noti? Molti effetti stile “instagram” o “retrica”, foto ad alto contrasto, impaginazioni semplici, primi piani e… ahimè! Tanto reportage! Magari è fatto anche male… ma stanno raccontando una storia, la storia del giorno più bello!
Non ti sto dicendo che devi copiare lo stile di un altro fotografo o dedicarti al reportage… sarebbe triste. Tu hai il tuo stile, il cliente se ti ha scelto, o non ti ha scelto, è proprio per questo… ti sto dicendo di aggiornarti. Capisci cosa vuole il tuo cliente, proponi varie tipologie di lavoro, proponi qualcosa di nuovo, abbandona quel cavolo di muretto e quel cuore rosso sbiadito.
Scatta le foto pensando già all’impaginazione… non considerare le foto singole, come un album di 30 anni fa, immaginale già in una pagina, mentalmente costruiscila, realizza le foto e lascia che io materializzi la tua idea. Non tenermi il soggetto costantemente al centro, ogni tanto rispetta la semplice regola base dei terzi o le fondamentali basi dell’inquadratura… non pensare che poi dopo la ritagli in photoshop!
Fammi una prima selezione dei tuoi scatti migliori… non farmi perdere tempo a scartare centinaia di foto, fammi dedicare al mio lavoro, a ciò che mi piace fare, non limitarmi e non modificare il lavoro che ti ho dato perché sai che al tuo cliente non piace! Proponiamo diverse tipologie di lavorazione, classico, moderno, spiritoso, emozionale al fine di offrire il lavoro più adatto ad ogni coppia… perché lo sai vero che non tutti hanno gli stessi gusti e non tutti vogliono le stesse cose…
E non ti sto dicendo che devi adattarti alle richieste del tuo cliente e “piegarti a 90°”, ti sto dicendo di guidare il tuo cliente verso la scelta migliore da te realizzabile per le loro esigenze… Un po’ contorta come frase, ma se la rileggi più volte forse capisci cosa voglio dire. Il cliente in molti casi non sa cosa vuole… sei tu che devi guidarlo e proporgli soluzioni più adatte alle loro esigenze, soluzioni che tu puoi realizzargli e non il “cuggggino” con la macchina fotografica digitale!
Se lavoriamo bene insieme possiamo proporre lavori unici, originali e di grande impatto! Abbandona i vecchi stereotipi e apri la mente, coordiniamoci, creiamo, proponiamo, azzardiamo… vuoi vedere che sono gli altri che ci copiano… ed anche male?!
Con affetto e rispetto,
il tuo grafico.
Potrebbero interessarti anche…